LA STORIA

Risalgono alla prima metà dell’800 le prime notizie di appartenenza del vigneto Conti alla famiglia Gatto.

In quell’epoca Antonino Gatto originario di San Filippo, si trasferì con la moglie e i figli Salvatore e Candeloro a Larderia, in uno dei mulini attivi che costeggiavano la fiumara in contrada San Biagio.

L’attività del mulino impegnava i coniugi Gatto nella produzione della farina, mentre i figli Salvatore e Candeloro ne erano gli addetti alla consegna e fu proprio durante una di queste consegne al Monastero della Misericordia di Larderia che il povero Salvatore, accingendosi ad una fonte per rifocillarsi dalla stanchezza, venne morso da una vipera.

Fortuna o volere divino, volle che i Monaci prendessero in cura Salvatore, il quale durante la convalescenza trascorsa nel Monastero, sentì il forte desiderio di consacrarsi a Dio, intraprendendo così il percorso per diventare il Cappellano di Larderia. Durante il sacerdozio, in uno dei terreni della propria famiglia, Salvatore costruì la Chiesetta patronale della Misericordia appartenente tutt’oggi alla famiglia Gatto.

Negli anni sessanta arrivò la guerra e i due fratelli chiamati alle armi, dovettero lasciare i propri genitori che purtroppo al loro rientro non trovarono più poiché vittime di un incidente.

Rifugiandosi nella fede e nel lavoro, ma segnati dalla guerra e dalla grave perdita dei genitori, Salvatore e Candeloro iniziarono a gestire il mulino di famiglia che grazie alle proprie capacità, iniziò a fruttare tanto da permettere loro di poter acquistare e bonificare terreni che adibirono alla coltivazione di vigneti ed agrumeti.

Mentre Salvatore diveniva sacerdote, Candeloro conobbe la giovane Vittoria con la quale si sposò ed ebbe sette figli, il più piccolo dei quali, Santi, su indicazione dello zio Salvatore, venne istruito nelle scuole fino ai 17 anni, con il probabile intento di fornirgli le nozioni necessarie per poter gestire il patrimonio familiare.

Purtroppo però, nel 1903 Salvatore morì improvvisamente e le proprietà continuarono a venire amministrate dal fratello Candeloro fino a quando nel 1924 anch’egli morì e tutti i beni vennero divisi tra i cinque figli poiché due dei quali morirono in giovane età.

A Santi, nipote prediletto di Salvatore, venne destinata una parte delle terre coltivate a vigneto, ed uno di questi vigneti il “Conti” venne poi ereditato dall’ultimogenito di Santi, Matteo.

Nel 2007 Matteo ed il suo primogenito Santi avviarono l’Azienda Agricola Gatto, espiantando il vecchio vigneto e sostituendolo con un impianto moderno, caratterizzato dalle varietà autoctone della Doc Faro, dando così origine al “Chiano Conti”, nome originario delle omonime terre.

Nel 2017, l’Azienda viene trasferita da Matteo al figlio Santi e nasce così Tenuta Gatto.

Dal 2019 viene avviata la produzione del bianco "Ardalìa" (nome originario greco di Larderia), un IGT prodotto dalla vinificazione in bianco del Nerello Mascalese.

Santi segue tutti i processi di lavorazione del Chiano Conti e di Ardalìa, dalla coltivazione dei vigneti alla realizzazione del prodotto finito ed alla successiva promozione e vendita.

Nel 2020 viene avviata la produzione del vino aromatizzato "Mussarussi" ottenuto mettendo in pratica un'antica ricetta tradizionale di Messina chiamata Amarena.

Da marzo 2020, Tenuta Gatto entra a far parte della FIVI – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti


 Fivi